Tecniche e consigli come diventare bravi fotografi


È matematico: quando si è in vacanza, si scattano un sacco di foto. Sarà che ci sono tante cose che colpiscono l’attenzione, tanti episodi da ricordare e da mostrare poi agli amici, o che si pregustano già le emozioni che si proveranno a rivedere gli scatti durante qualche freddo week-end invernale.

Sarà semplicemente che c’è finalmente più tempo da dedicare ai propri hobby e passioni… Comunque sia, nessuno parte per le ferie senza portarsi appresso una fotocamera, o una telecamera. E gli appassionati vanno anche oltre, trascinandosi spesso chili e chili di attrezzature fotografiche su per i ripidi sentieri delle Ande o su traballanti ponti di corda

Molte fotocamere reflex e alcune compatte recenti possono riprendere video HD

Nepalesi. Certo, per fare belle foto un minimo di attrezzatura fa sempre comodo, anche se non dovete fotografare un atollo della Polinesia ma più semplicemente la spiaggia romagnola.

Tuttavia, con qualche accorgimento è possibile fare belle foto delle vacanze senza spendere una fortuna in accessori e senza caricarsi di tonnellate di scomode attrezzature.

Qual è il trucco?

Beh, bisogna imparare a fotografare. Calma, calma, niente panico. La cosa è molto più semplice di quanto non pensiate: si tratta solo di applicare poche semplici regole al momento dello scatto, e vi risparmierete ore e ore di complesse sessioni di fotoritocco in Photoshop.

L’attrezzatura

Come detto poche righe sopra, non è indispensabile avere un’attrezzatura sofisticata per creare buone foto.

 

Anzi, si può tranquillamente affermare che la macchina più costosa e avveniristica, in mano a un fotografo inesperto, creerà comunque immagini scadenti. Non dal punto di vista dell’esposizione, della risoluzione, della messa a fuoco o della resa del colore, che saranno probabilmente perfette; il problema sarà quasi sicuramente nel contenuto dell’immagine: l’inquadratura, il soggetto, l’illuminazione, la composizione.

Insomma, tutte quelle cose che la macchina non può certo decidere da sola, visto che essa si limita a fissare in memoria ciò che il fotografo inquadra. Una compatta digitale è la macchina con cui quasi tutti partono in vacanza: le compatte sono piccole, quindi possono essere sempre tenute in tasca a portata di mano, e ormai hanno sensori e obiettivi di buon livello, almeno parlando delle marche più note e con qualche anno di esperienza alle spalle nel mercato fotografico. Se la fotocamera dovete comprarla apposta per la vacanza, considerate un modello “tropicalizzato”, se non addirittura subacqueo. Sono apparecchi costruiti per resistere senza troppi problemi in ambienti ostili quali la spiaggia (sabbia e acqua sono grandi nemici delle fotocamere).

Oltre alla fotocamera, portatevi anche batterie di scorta e caricabatteria, memorie flash compatibili con la macchina, e un kit di pulizia (panno in microfibra e pennellino con peretta per spruzzare aria). Se invece volete “fare sul serio”, allora avrete sicuramente al seguito una fotocamera reflex, con un obiettivo zoom piuttosto esteso, oppure con un paio di obiettivi – uno zoom corto che parte dal grandangolo e uno spinto sulle focali più lunghe. A questa attrezzatura base, per lavorare bene, potete aggiungere un flash esterno e un filtro polarizzatore circolare. Se prevedete di scattare dei notturni, serve il cavalletto.

E no, lo stabilizzatore della macchina non basta.

Cosa fotografare?

Quando si usavano le pellicole, si ragionava parecchio prima di scattare, un po’ perché l’autonomia era limitata (un rullino aveva in genere 36 pose disponibili), un po’ perché sviluppare e stampare le foto costava caro. In tempi di digitale, il problema dell’autonomia è venuto meno (le schede di memoria contengono centinaia di immagini, e quelle brutte possono essere subito cancellate senza rimorsi) e quello della stampa si è mitigato: prima si guardano le foto sul PC, e poi si stampano solo le migliori. Quindi, l’approccio ormai generalizzato è quello “alla giapponese”: scattare, scattare e ancora scattare. Si riprende tutto, dal carico dei bagagli sull’auto al pranzo in autogrill, dal cartello stradale al menu del ristorante.

L’approccio non è del tutto sbagliato, a patto che dopo le vacanze vi prendiate il tempo di selezionare le foto e dare loro un ordine logico. Basterà poi inserirle in un programma di presentazione, aggiungere qualche commento scritto, mettere in sottofondo la canzone dell’estate e avrete creato un vero e proprio racconto fotografico delle vacanze. Se invece vi piacciono le belle immagini, la vostra attenzione dovrà concentrarsi su paesaggi e persone. I primi saranno probabilmente significativi solo se avete la fortuna di essere in vacanza in posti “fotogenici”: Costa Smeralda, Caraibi, ma anche le coste calabresi, la Camargue, Majorca… insomma, le spiagge da sogno non sono solo in Polinesia, e qualcuna è proprio dietro l’angolo.

creare un album di fotografieRicordatevi che spesso l’entroterra riserva paesaggi sorprendenti e spunti fotografici interessanti: Rimini, per esempio, non avrà una spiaggia particolarmente esotica dal punto di vista fotografico, ma la città vanta un bel centro storico e l’entroterra romagnolo in generale conta un sacco di mete interessanti. Tornando alla spiaggia, ricordatevi di fotografare non solo i vostri amici e parenti ma anche la gente del posto: il bagnino, il barista e così via. Spesso fra di loro ci sono volti interessanti, soprattutto se siete in posti lontani. Tuttavia, ricordate sempre che esiste il diritto alla privacy: se è vero che non è illegale fotografare persone sconosciute in luoghi pubblici, è anche vero che ogni cittadino gode del diritto alla propria immagine e quindi può chiedervi di non essere fotografato, o di cancellare gli scatti in cui è riconoscibile.

Meglio sempre essere discreti e verificare se ci sono regolamenti locali al proposito (per esempio, in molte spiagge naturiste è vietato fotografare persone al di fuori del proprio nucleo familiare). E vista l’attuale situazione di psicosi, sconsigliamo a tutti di riprendere bambini che non siano i propri, a meno di avere il permesso esplicito dei genitori.

Quando scattare Le fotografie

sono fatte di luce e la luce non è sempre uguale durante la giornata. Ecco perché esistono momenti più adatti a fotografare, e momenti in cui è meglio riporre la fotocamera. Per quanto riguarda le foto di persone al mare, il discorso va anche oltre: nei primi giorni si è decisamente poco fotogenici – si arriva al mare stanchi e stressati dal lavoro, magari si devono assorbire una decina di fusi orari dopo 13 ore di volo charter, e si è ovviamente piuttosto pallidi. Per questo, le foto “posate” vengono decisamente meglio dopo alcuni giorni di vacanza, quando la stanchezza è passata, il jet-lag è riassorbito, la pelle ha preso colore e soprattutto la persona è entrata in pieno nel clima vacanziero. La luce migliore per fare ritratti è quella che si ha quando il sole è basso sull’orizzonte. Questo vuol dire fotografare all’alba, o al tramonto.

La prima opzione è praticabile solo dai professionisti che realizzano calendari e simili, visto che ben pochi turisti hanno l’ardire di alzarsi all’alba in vacanza per farsi fotografare. Quindi, la scelta cade obbligatoriamente sulle ore del tramonto. L’orario varia a seconda del periodo e della posizione geografica del posto, ma in pratica cominciando a fotografare un’oretta prima del tramonto si ha tutto il tempo di creare buoni scatti.

Come inquadrare

Per fare un buon ritratto in spiaggia basta seguire poche regole base. La prima: il soggetto non deve avere il sole di fronte. Sì, per anni vi hanno detto di fotografare avendo voi il sole alle spalle.

Beh, è sbagliato: un soggetto con il sole in faccia strizza gli occhi in modo innaturale, e la foto verrà sempre brutta. Cercate invece di mettere il soggetto in ombra (per esempio, sotto l’ombrellone, o appoggiato a un muro). In questo modo, non solo il viso verrà disteso, ma non ci saranno quelle forti ombre che spesso rovinano le foto (quelle che, scattando a  mezzogiorno con il sole a picco, danno origine al fenomeno degli “occhi da panda”, con le orbite completamente nere…). Se non è possibile mettersi all’ombra, tenete il sole sul fianco, appena più avanti del soggetto, e impostate il flash su “flash forzato” (su alcune macchine si chiama “fill flash”). Vi sembrerà strano, ma il flash è più utile di giorno che di notte. Il lampo che emette cancellerà le ombre troppo forti create sul viso dal sole, restituendo un’immagine più morbida. Se poi il soggetto è… bionda, puntate sul controluce, ovvero fate in modo di avere il sole leggermente alle spalle del soggetto.

Questo creerà un piacevole effetto di “aureola” intorno ai capelli (ma non dimenticate il flash forzato). Ci sono altri tre accorgimenti importanti per creare un buon ritratto: primo, impostare lo zoom su una focale intorno ai 100 mm (nelle classiche compattine con zoom 3X, in pratica lo zoom va messo quasi al massimo, ma non impostate quello digitale). Questa focale schiaccerà leggermente la prospettiva, evitando deformazioni comiche dell’immagine, tipo nasi che si allungano e simili. Secondo, impostate il diaframma più aperto possibile, o se la macchina è automatica usate la modalità “ritratto”.

In questo modo, scenderà la profondità di campo (la zona a fuoco davanti e dietro al soggetto) e quindi lo sfondo sarà sfocato e non distrarrà dal soggetto principale. Terzo e ultimo, mettete a fuoco sugli occhi del soggetto, e non sul centro dell’inquadratura. Se la vostra macchina ha la messa a fuoco solo al centro, bisogna puntare il centro sugli occhi, mettere a fuoco, poi tenendo premuto a metà il tasto di scatto ricomponete l’inquadratura e scattate. Naturalmente, sapete già che gli occhi del soggetto devono stare nella parte alta della foto, e non al centro, altrimenti vi ritroverete con tutta la metà superiore dello scatto desolatamente vuota… come naturalmente sapete che un ritratto, normalmente, va inquadrato in verticale, perché così si riempie meglio il fotogramma. Ma queste sono cose ovvie e non ci perderemo su altro tempo.

Spendiamo invece due parole su un trucco che dà risultati molto validi: se scattate con il sole sul fianco del soggetto, e volete ridurre le ombre in modo più morbido e naturale di quanto farebbe il flash, potete ricorrere a un pannello riflettente. Difficilmente vi sarete portati in spiaggia quelli da studio, ma basterà un asciugamano bianco tenuto aperto vicino al soggetto, dal lato opposto al sole, per ottenere l’effetto di schiarita. Un ultimo consiglio riguarda la ripresa dei bambini: difficile metterli in posa, e se ci riuscite probabilmente faranno delle terribili facce imbronciate. Piuttosto, scattate da qualche metro di distanza con il teleobiettivo mentre giocano, e cercate di tenere basso il punto di ripresa (idealmente, la fotocamera dovrebbe essere alla stessa altezza dei loro occhi).

Per quanto riguarda le foto di paesaggi marini, gli accorgimenti da adottare non sono molti. Se ne avete la possibilità, montate sempre un filtro polarizzatore, che consente di eliminare i riflessi dal mare restituendo il classico effetto dell’acqua invisibile e delle “barche che volano proiettando l’ombra sul fondo”. Il polarizzatore inoltre ravviva i colori e riduce leggermente l’effetto foschia tipico dei climi caldi e umidi.

 

Tecniche e consigli come diventare bravi fotografi

Due consigli per quanto riguarda l’orizzonte: primo, non mettetelo mai a metà esatta della foto. Fate sì che sia circa a un terzo, in modo da dividere la foto in un terzo di cielo e due terzi di mare, o viceversa. E per favore, controllate sempre che l’orizzonte sia… orizzontale.

Lo dice anche il nome, no?

Eppure, sapeste quante volte ci tocca vedere foto di mari in discesa…