Realizzare Etichette e Copertine per Cd e Dvd


Avete realizzato uno splendido DVD video?

Avete registrato su un CD le vostre esibizioni musicali? Bene,è il momento di dare alle vostre opere una “veste”adeguata. DVD e CD…

Non è necessario appartenere alla categoria dei perfezionisti per voler fare le cose nel modo migliore. Anche perché, spesso, lo sforzo in più richiesto per finire bene un lavoro è minimo rispetto all’impegno profuso per arrivare “quasi” alla meta. La cosa è vera in generale, ma ancora di più quando l’oggetto del discorso è un prodotto multimediale. Ci è Crea cover CD e DVD onlinecapitato spesso, per esempio, che un amico ci dicesse: “Ti mostro il DVD del mio viaggio a… Timbuctu.

Ci ho messo un mese a montare il filmato!”. Dopodiché, sfoderava un disco con il titolo scribacchiato a pennarello. Ma come? Avete fatto 10.000 chilometri in aereo, registrato 10 videocassette, passato una ventina di nottate a fare il montaggio mettendo a rischio matrimonio e amicizie e vi presentate con un disco che sembra opera di un frettoloso principiante? Non ci siamo: la veste estetica del prodotto è tanto importante quanto il vero e proprio contenuto, e va curata di conseguenza. Anche perché è la prima cosa che lo spettatore vede, prima del video, prima delle foto, prima della musica che è incisa sul disco.

Fino a qualche tempo fa, si poteva accampare la scusa della mancanza di tempo, e della complessità di creare dal nulla etichette e copertine (“sai, non sono un grafico”) con programmi dedicati ai professionisti. Ma oggi ciò non è più possibile: su Internet ci sono molti software che consentono di creare rapidamente e con facilità tutto ciò che serve per dare ai vostri dischi una veste adeguata. Ci sono anche file tipo “template”, ovvero i profili vuoti delle copertine dei più diffusi tipi di dischi e contenitori, pronti da riempire con i vostri programmi preferiti. Niente scuse dunque: creare etichette e copertine di livello professionale non è difficile e richiede solo qualche ora di tempo. Oltre a un minimo di attenzione ai dettagli, e qualche conoscenza più specifica. Ma per quella siamo qui noi…

Le dimensioni contano I CD e i DVD che trovate in commercio sono accompagnati da parecchio materiale stampato. Un Cd musicale, per esempio, arriva di solito in un contenitore di plastica detto “jewel case” (cioè “astuccio per gioielli”; probabilmente, l’inventore già conosceva i prezzi di vendita al pubblico). Esso ha una copertina (che può essere un libretto), due dorsi, una contro copertina e il CD vero e proprio, sul quale è stampata direttamente l’etichetta. Per quanto riguarda i DVD, la maggior parte di essi arriva in un contenitore che si chiama “amaray”, che presenta su tutta la sua superficie una sorta di “tasca” trasparente: essa serve a tenere in posizione la copertina, realizzata su un unico foglio di 27,2×18,4 centimetri. In questo caso, la parte riservata al dorso è di 1,4 centimetri.

All’interno, sulla destra troviamo il DVD, con la sua etichetta; sulla sinistra invece il contenitore presenta due ganci di plastica destinati a tenere in posizione un eventuale libretto. Quest’ultimo può avere dimensioni variabili, ma non più di 18,1×12,3 centimetri, con un minimo di 16 centimetri per il lato lungo altrimenti i ganci di plastica non potrebbero bloccarlo. Viste tutte le misure in gioco, è chiaro che qualsiasi stampante a getto d’inchiostro formato A4 è perfettamente in grado di gestire il materiale di accompagnamento per CD e DVD. Allora vediamo più in dettaglio le varie operazioni, cominciando dalla questione più spinosa: l’etichetta del disco.

Etichettare o stampare? Ci sono due approcci diversi al problema di realizzare l’etichetta di un disco: il primo consiste nello stamparla su un foglio di carta adesiva, già pretagliato su misura; il secondo nello stampare l’etichetta direttamente sul supporto. Inutile dire che questo secondo metodo è da preferire. Le etichette adesive, infatti, possono CD Audio, masterizzarecreare problemi di instabilità durante la rotazione del disco – trascurabili per i CD, ma capaci di rendere il disco illeggibile per i DVD. Inoltre, alcuni adesivi nel tempo possono perdere elasticità e staccarsi dal disco, rendendolo inutilizzabile (e a volte danneggiando anche il lettore). Nel caso comunque vogliate usare etichette adesive, vi conviene comprare quelle di produttori affermati, che in genere adottano materiali di buona qualità (e se qualcosa andasse storto, almeno saprete con chi protestare…). Per le etichette adesive, la fase di applicazione è in genere la più critica. Bisogna fare molta attenzione al posizionamento del supporto ottico, perché le prime volte può succedere di distrarsi e incollare l’etichetta dalla parte sbagliata, rovinando per sempre il disco.

Comunque, la cosa più importante è assicurarsi che l’etichetta rimanga ben stesa quando entra in contatto con il disco, in modo da evitare un incollaggio “a chiazze”. Importante anche evitare le bolle d’aria, premendo il disco contro una superficie piana e morbida a incollaggio appena avvenuto. Se una bolla dovesse comunque rimanere intrappolata, potete provare a perforarla con uno spillo e poi premete bene l’etichetta partendo dai bordi della bolla in modo che si incolli correttamente. Se decidete di stampare l’etichetta direttamente sul disco, soluzione tecnicamente preferibile, avrete bisogno di due cose: un disco coperto da uno strato completamente bianco adatto alla stampa, e una stampante capace di usare il disco come supporto di stampa. Esistono molti modelli di stampanti adatte, e vi basterà un’occhiata al manuale per controllare se la vostra dispone già di questa opzione. In genere, viene realizzata tramite un supporto di plastica dove collocare il supporto in modo da semplificarne l’inserimento. Nella quasi totalità dei casi, per esempio, se una getto d’inchiostro è in grado di stampare su CD, viene fornita corredata di un software per la realizzazione dell’etichetta, cosa che semplifica ulteriormente la vita.

Più difficile a volte reperire il disco stampabile, visto che i produttori sono pochi e il prezzo di questi supporti è leggermente superiore a quello dei dischi “normali”.

Comunque, Verbatim, TDK, Memorex e altri hanno in catalogo dischi di questo tipo, sia CD sia DVD. Per quanto riguarda i parametri di stampa, seguite le indicazioni del produttore della vostra stampante. In genere, la superficie dei dischi si presta a essere considerata alla stregua di carta fotografica, ma in qualche caso può essere necessario alterare questa regolazione. Inoltre, l’asciugatura su alcuni supporti è più lenta che sulla carta, quindi vi conviene non toccare la superficie del disco per alcuni minuti, dopo averla stampata. Un altro metodo che si sta facendo strada negli ultimi mesi è LightScribe, una tecnica che consente di incidere l’etichetta sul disco usando il laser dello stesso masterizzatore che ha inciso il supporto – ovviamente sia quest’ultimo sia il masterizzatore devono essere adeguati. Alla fine della masterizzazione, basta girare il disco, lanciare il programma di incisione etichette, e in circa mezz’ora si ottiene il disco finito.

 

La tecnologia LightScribe è ancora agli inizi, per cui ha qualche limitazione: prima di tutto è lenta, e poi l’immagine è fondamentalmente monocromatica – nel senso che è una scala di grigi fra il nero (dove il raggio ha inciso completamente il rivestimento) e il dorato (dove il raggio non ha colpito). In attesa che, fra due o tre anni, i produttori ci propongano la versione a colori della tecnologia, se non avete questa esigenza LightScribe può essere una discreta soluzione, a patto ovviamente di reperire i dischi, ancora piuttosto rari. La qualità delle immagini ottenute è in genere buona, ed è possibile aggiungere in seguito nuove parti all’immagine, per esempio scritte supplementari.

Una cosa di cui molti si sono lamentati è la scarsa “profondità” delle immagini stampate, causate da neri poco incisi. In questi casi, un trucco che potete usare è di reincidere nuovamente la stessa etichetta sullo stesso disco. In questo modo, il laser asporterà ulteriore materiale dalle zone scure dell’immagine, rendendole più incise e… incisive.