Stesso discorso per Pkzip: in modalità normale avanzata raggiunge i migliori risultati della prova, generando un file compresso di 15,6 megabyte in meno di tredici secondi. Qualche commento merita anche il fatto che Pentazip in modalità massima tradizionale o a 64 bit raggiunge lo stesso risultato, ma in tempi differenti: l’incremento del carico di lavoro per l’allargamento delle tabelle fa lievitare la latenza, mentre l’archivio evidentemente non può essere compresso più di quello che è già stato fatto con l’algoritmo integrato. Si noti che il metodo di compressione è fondamentale solo nella fase di creazione dell’archivio, scegliendo l’uno o l’altro sistema si può ridurre lo spazio occupato, ma, una volta creato, il file con estensione ZIP può essere aperto con qualunque applicativo in Windows, Mac e Linux. La compatibilità non è mai messa in discussione, una caratteristica di questo formato che lo rende la scelta ideale per ogni esigenza.
Chi non vuole affidarsi ai software commerciali, può ottenere un’efficienza leggermente superiore a quella di Windows XP utilizzando i programmi gratuiti scaricabili dalla Rete. Nelle prove ha ben figurato Filzip, che malgrado abbia richiesto più di un minuto per comprimere la cartella, ha prodotto un file di 23 megabyte in modalità massima.
Zip.it in modalità normale è stato più veloce ed efficace di Windows XP, mentre passando al livello massimo di compressione il guadagno è stato limitato, ma i tempi di risposta sono triplicati. Merita qualche considerazione il passaggio generazionale di Winzip.
Entrambi ottengono archivi delle medesime dimensioni a parità di livello di compressione, benché i tempi di risposta aumentino con Winzip. Quest’ultimo può contare sul metodo Enhanced Deflate applicato alla compressione massima, che permette di ottenere un archivio finale ancora più compatto, ma a scapito della compatibilità. Winzip avverte che utilizzando questo sistema possono verificarsi situazioni in cui l’archivio non è gestibile.
Il metodo tradizionale a livello massimo è ora chiamato PORTABLE, che infatti ottiene risultati uguali a Winzip a parità di condizioni. Con l’Enhanced Deflate, in effetti, la capacità compressione aumenta del dieci per cento, ma i tempi salgono sensibilmente. Le alternative allo Zip Tutti i software in prova possono gestire in apertura un gran numero di formati, anche i più particolari e i meno utilizzati. Per esempio, si possono aprire gli archivi CAB di Windows e gestire i file Tarball di Linux. Ma non tutti gli applicativi sanno scrivere in più formati: Pkzip, WinZip e Zip.it possono creare archivi ZIP, come del resto Windows XP integra solo il supporto per questo formato.
Pentazip può addirittura generare file in dieci formati differenti e Stuffit porta anche in Windows gli archivi SIT, tipici del Mac. Winrar supporta il diffuso RAR e Filzip, seppure gratuito, può operare su sei algoritmi differenti. Il secondo più utilizzato in questa pletora di formati è sicuramente il RAR, che non arriva alla diffusione raggiunta dallo ZIP, ma nei newsgroup e nei siti web è particolarmente utilizzato per distribuire file. Nelle prove, il RAR si è mostrato un buon algoritmo in fatto di capacità di compressione, creando un archivio di circa 20 MB in modalità normale e massima, sebbene abbia impiegato sempre più di un minuto. I file creati hanno la stessa dimensione, ma ciò dipende dalle proprietà intrinseche dei file trattati. Probabilmente, per le caratteristiche dell’algoritmo RAR, era già stato raggiunto il limite d’efficienza con la modalità normale.
L’unica conseguenza dell’uso della compressione massima è l’innalzamento dei tempi di elaborazione. Il RAR efficacia, superiore ad altri formati. Un altro tipo di archivio da valutare è il SIT, compresa la sua variante SITX per OS X, che in ambiente Mac è diffusamente utilizzato e in Windows può essere sfruttato solo con Stuffit. La differenza tra SITX e SIT è di circa il 20% in più di compressione a favore del primo, che però è più lento. Se con il vecchio formato sono stati necessari ben 45 secondi per comprimere l’archivio, con SITX sono occorsi oltre dieci minuti: un po’ troppo. Stuffit è però la scelta obbligatoria per chi vuole mantenere la compatibilità con i formati proprietari del Mac, mentre chi è alla ricerca di un software tuttofare non può non valutare Pentazip.
Le sue capacità con lo ZIP sono di buon livello, ma in alternativa si possono utilizzare svariati altri formati. Per esempio LHA, che in un minuto e mezzo ha generato un file di 17 MB, un risultato confrontabile con le migliori prestazioni offerte dai compressori ZIP, senza mettere a rischio la compatibilità.
Pentazip permette inoltre di utilizzare i formati BH (Blackhole) e JAR, il primo un po’ troppo lento e il secondo con efficienza nella media, mentre il TGZ è il formato TAR (poco compresso) abbinato al Gzip (algoritmo che può comprimere solo un file per volta). Il software permette di utilizzare questi due metodi separatamente, oppure abbinarli in modo automatico con il TGZ, che si è rivelato decisamente interessante dato che ha fornito un archivio di soli 17 MB in un minuto. Infine, Filzip permette di comprimere nei formati BH, LHA, CAB (formato cabinet di Windows) e JAR con prestazioni sensibilmente superiori a quelle di Pentazip. Considerando che però è distribuito in forma gratuita, si candida come soluzione interessante e alternativa.
Funzioni e sicurezza Quando si disinstalla l’applicativo di compressione non viene mai ripristinata la funzionalità di Windows XP. L’applicativo sovrascrive le informazioni di sistema, assegnando automaticamente tutti i tipi di archivi alla propria gestione.
Questo facilita sensibilmente le operazioni, ma una volta eliminato il programma, non è più possibile trattare questi file e non viene ripristinato l’uso della funzione integrata. Si tratta di una disfunzione piuttosto importante, perché pregiudica l’effettiva usabilità degli archivi compressi finché non viene installato un altro software preposto a questo compito.
Un’altra considerazione che merita attenzione riguarda la sicurezza. Pur essendo il più popolare programma di compressione, Winzip 8.1 soffre di un problema di protezione dei dati contenuti negli archivi, poiché alcuni strumenti facilmente reperibili su Internet permettono di recuperare in pochi minuti la password di un file Winzip. Questo significa che, pur cifrando i dati tramite una parola chiave, in un tempo limitato si può recuperarli. Chiaramente, il tempo necessario dipende dalla potenza del PC: per esempio con un Pentium4 adue gigahertz si possono analizzare fino a 25 milioni di parole chiave al secondo e ci vogliono circa 14 ore per individuare una password composta da otto caratteri.
La versione del software sono stati fatti importanti passi in avanti introducendo, oltre al tradizionale metodo di cifratura dell’archivio, ideale per questioni di compatibilità, anche algoritmi AES con crittografazione a 128 e 256 bit, che offrono una protezione sensibilmente più alta.
Anche Pkzip dispone di sistemi di sicurezza molto superiori, mentre Winrar può contare su un algoritmo difficilmente forzabile se protetto da password. I file RAR sono infatti tra i più resistenti agli attacchi a forza bruta o mediante routine euristiche; l’unico neo è da imputare al software. Anche gli archivi protetti da password possono essere aperti e ne viene mostrata la struttura, ovvero l’elenco dei file e delle cartelle che contengono, ma non è possibile estrarre gli oggetti se non si possiede la password. Questa informazione, per quanto di base, può però fornire dati interessanti quantomeno sul contenuto dell’archivio.
Pentazip offre il supporto per ben sei sistemi di crittografia, tra cui AES, DES e Triple DES, e conferma la propria propensione come soluzione completa adatta a qualunque esigenza. I file di Stuffit possono essere protetti addirittura con chiavi a 512 bit, mentre Filzip e Zip.it dispongono di semplici ma efficaci cifrature per mezzo di password. Infine, tutti gli applicativi, tranne Zip.it, possono generare archivi eseguibili con estensione EXE, facilmente distribuibili perché permettono di adottare liberamente qualsiasi formato di compressione, perché il file integra tutto il codice necessario per essere decompresso. Infine, l’ultima considerazione riguarda lo spanning: tutti i programmi commerciali sono in grado di suddividere il file in più porzioni, di dimensione prestabilita o variabile, per facilitarne il download o l’invio via e-mail. Per esempio, si può creare un archivio eseguibile compresso suddiviso in più spezzoni, che si possono inviare via posta elettronica o caricare sui siti web, al fine di facilitare il download quando le dimensioni sono elevate. Interfaccia essenziale L’aspetto grafico dei software in prova non è una caratteristica fondamentale, ben più importanti sono le loro funzioni.
Tutti gli applicativi in rassegna dispongono di un’interfaccia essenziale e funzionale, improntata alla massima facilità d’uso e in alcuni casi arricchita da icone o finestre più elaborate, ma che non aggiungono attributi sostanziali. Tutti i programmi si integrano perfettamente con il sistema operativo e inseriscono all’interno dei menu contestuali, associati al tasto destro del mouse, voci specifiche per creare e modificare gli archivi. Winzip, per esempio, aggiunge una voce per comprimere e allegare direttamente il file a un messaggio di posta elettronica, mentre Pkzip dispone di un sistema automatico per comprimere gli allegati delle e-mail. Pentazip può contare su un’estrema facilità d’uso e dispone di un visualizzatore in anteprima dell’archivio.
Inoltre, quasi tutti i software permettono di operare individuando gli oggetti da trattare e creando il file. L’eccezione è Stuffit, che provvede a creare dapprima il file con tanto di nome ed estensione e successivamente si può riempirlo trascinando gli elementi con il mouse. Zip.it è estremamente semplice da usare e dispone solo delle voci essenziali per la creazione e la gestione degli archivi, mentre Filzip, anche se gratuito, offre un’interfaccia del tutto simile a Winzip o a Winrar.
Infine, è particolarmente pregiato il plug-in di Pkzip per gestire i file compressi provenienti da indirizzi web. Un’interfaccia apposita, aperta nel browser Internet, permette di aprire direttamente l’archivio o di scaricarlo come se si stesse operando in locale e si rivela un buon strumento per visualizzare l’anteprima del contenuto oppure per ottenere informazioni più approfondite sull’oggetto.