File sharing non tutti i Download dalla Rete sono fuori legge


Download s. ingl. usato in it. come sm. (propr. scaricare). In informatica, operazione on line consistente nel prelevamento di file da un BBS o da un sito Web per scaricarli in un computer privato. Per ridurre i tempi di trasferimento, in caso di file di rilevante dimensione, è necessario disporre di modem capaci di elevate velocità di trasferimento dei dati. La risorsa che consente di effettuare i d. sono i siti anonymous FTP.

Scarica file attraverso lo scambio peer to peeAndiamo al cinema a vedere l’ultimo film con James Bond?

No, grazie l’ho già scaricato da Internet. Al bar, al ristorante o sul posto di lavoro accade sempre più spesso di ascoltare conversazioni come questa. Scaricare film, programmi software senza licenza, brani musicali o interi album è ormai prassi tanto diffusa da non fare più nemmeno notizia. La disponibilità di connessioni a banda larga, ADSL o meglio in fibra ottica, permette infatti di scaricare oggi interi film in formato DivX o MPG con la stessa facilità con cui solo qualche anno fa la gente faceva il pieno di musica in formato MP3 da siti come il vecchio caro Napster o Winmix o guardava film streaming tramite Megavideo.

Che si tratti di una pratica illegale lo sanno tutti, ma la tentazione è tale che nessuno per adesso sembra voler rinunciare a questa nuova moda, sebbene le pene previste dallo Stato italiano non siano per niente leggere. La violazione del diritto d’autore, da qualche anno è un reato di carattere penale, punito nei casi più gravi addirittura con la reclusione. Per fortuna, però, almeno fino a oggi, la giurisprudenza ha quasi sempre operato un distinguo tra coloro che violano il copyright per fini per così dire di lucro, e chi invece, più modestamente, ha infranto la legge solo per il piacere di sentire l’ultima hit pop. Andando avanti di questo passo, però, è facile prevedere presto un vero e proprio giro di vite, soprattutto per quanto concerne i programmi peer to peer utilizzati per effettuare lo scambio di file. Prima che ciò accada, anche se siete tra coloro che non hanno la minima intenzione di violare la legge sul diritto d’autore, molto probabilmente imparare a utilizzare i client peer to peer si rivelerà utile per la prossima generazione di applicazioni. Questa tecnologia, infatti, è indicata un po’ da tutti i principali analisti del settore, come una di quelle destinate ad avere maggior successo nel corso dei prossimi anni.

A ben vedere già oggi, la stessa Microsoft utilizza lo stesso principio per il suo Messenger che, oltre che un client di messaggistica in tempo reale, è anche un utile strumento per scambiarsi file di grandi dimensioni attraverso Internet. Le stesse case discografiche e cinematografiche, così come quasi tutti i principali produttori di software, stanno preparandosi per un futuro prossimo in cui video e audio on-demand la faranno da padroni. Con il ricorso a smart card e, soprattutto, ad adeguati sistemi di protezione del copyright, la tecnologia peer to peer potrebbe presto diventare una delle più importanti piattaforme per lo sviluppo dell’e-commerce. quelle cui stiamo assistendo, dunque, sono una sorta di prova generale, tollerata a denti stretti, almeno per il momento.

Basta uno sguardo on-line di cinque minuti per capire che in Rete si trova assolutamente di tutto. Dalla musica ai film, passando ovviamente per una nutrita schiera di programmi e videogiochi. Quello che stupisce non solo è la ricchezza di questi archivi condivisi, ma anche la velocità con cui vengono aggiornati con le ultime uscite. Spesso grazie alla complicità egli “addetti ai lavori”, in Rete finiscono addirittura i film che sono in programmazione in prima visione nelle sale cinematografiche. Per la realizzazione di questo servizio, per esempio, sono stati scaricati senza problemi

  • Taken: La vendetta ‎91min‎ ‎Azione‎
  • L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva ‎88min‎ ‎Animazione
  • Resident Evil: Retribution ‎128min‎ ‎‎‎Azione‎

solo per citare alcuni titoli di Film in uscita nelle sale cinematografiche italiane del mese di Ottobre 2012. Con la musica, in alcuni casi, si va addirittura oltre e il nuovo successo di questo o  quell’artista si trova sotto forma di MP3 ancora prima della sua uscita ufficiale nei negozi. Detto che, almeno per questi casi eccezionali è difficile capire come il materiale possa essere carpito alla casa discografica   cinematografica detentrice dei diritti d’autore, resta il fatto che gli utenti hanno la possibilità di avere a “scrocco” un numero praticamente illimitato  di contenuti multimediali direttamente sul proprio computer.

In attesa di capire come e se limitare la circolazione di materiale coperto da copyright in Rete, va detto che gli archivi dei client peer to peer  contengono anche una altrettanto grande quantità di materiale liberamente distribuibile. Il semplice fatto che alcune “pecore nere” si scambino materiale illecito non significa che i servizi di file sharing siano da mettere al bando. Il Termine file sharing è la condivisione di file come ad esempio programmi informatici, multimediali (audio, immagini e video), documenti o libri elettronici.

Le più famose reti di peer-to-peer sono: Gnutella, OpenNap, Bittorrent, eDonkey, Kademlia sommate  all’ utilizzo di Shareaza, BitTorrent, emule o Ares per citarne alcuni non basta per guadagnarsi il poco ambito titolo di pirata informatico. Varie band sfruttano, per esempio, sfruttano questa piattaforma per presentare la propria musica a un pubblico più vasto. Gli appassionati di cinema, a loro volta, possono trovare e scaricare legalmente film d’epoca, non più protetti dal diritto d’autore, piuttosto che altre curiosità “copy free”. In attesa del recepimento delle nuove normative europee, per adesso in Italia vige ancora la legge speciale numero 633 del 22 aprile 1941 secondo la quale “i diritti di utilizzazione economica durano per tutta la vita dell’autore e fino a 70 anni dopo la sua morte. Trascorso tale periodo l’opera cade in regime di pubblico dominio. L’opera caduta in pubblico dominio è liberamente utilizzabile senza autorizzazione e senza dover corrispondere compensi per diritto d’autore. Ciò purché si tratti dell’opera originale e non di una sua elaborazione protetta”.