Montaggio video: il suono


CD Audio, masterizzareQuando si parla di “montaggio”, normalmente ci si riferisce al video. Ma esiste un montaggio audio di pari complessità e sofisticazione. Siamo abituati all’idea che un prodotto audio finito possa essere il risultato dell’assemblaggio di tante registrazioni compiute in modi e tempi diversi. Sia che vogliate produrre musica, sia che vi proponiate di elaborare una colonna sonora che faccia da commento alle vostre immagini video, è essenziale per voi procurarvi un software in grado di elaborare file sonori.

L’importante è (non) esagerare

Che tipo di software dovreste procurarvi per soddisfare le vostre necessità? Prima di tutto, è bene tenere presente un principio: non eccedere nella complessità. I software audio sono ormai programmi maturi, con una ventina d’anni di evoluzione alle spalle. Questo significa che anche i prodotti di fascia bassa sono in grado di svolgere tutte le funzioni essenziali, e anche un gran numero di funzioni non indispensabili. Passare a un software di fascia superiore non significa acquisire capacità radicalmente differenti. I software professionali si distinguono invece per la capacità di gestire progetti molto grandi (al di là delle necessità dell’utente casalingo), per la capacità di interfacciarsi con costose macchine da studio di registrazione, e per funzionalità esoteriche che solo un professionista è in grado di comprendere e sfruttare. Il tutto al prezzo di un maggiore esborso, di un maggiore consumo di risorse e di una maggiore difficoltà di apprendimento. Meglio, quindi, puntare verso un software di tipo economico, riservandosi di passare a un livello superiore solo dopo averne ecceduto le capacità (cosa che potrebbe non avvenire mai) e averne ben compreso il funzionamento.

Se non è zuppa…

Esistono molti tipi di software audio e musicale, ma praticamente tutti si basano sulla stessa metafora: quella del registratore multitraccia. Il che non dovrebbe sorprendere, visto che è proprio questo apparecchio che ha consentito la nascita e la crescita del montaggio audio. In passato sono stati fatti anche tentativi differenti (ricordiamo un software chiamato Bars & Pipes, in cui il percorso del suono veniva rappresentato tramite un intreccio di tubi), ma oggigiorno questa è la regola. Il che significa che, qualunque sia la sua funzione, il software avrà comunque una schermata suddivisa in fasce orizzontali, che rappresenteranno le tracce del nostro registratore virtuale. Sulle varie tracce, barre colorate rappresenteranno il materiale sonoro contenuto. Ci sarà poi da qualche parte un controllo di trasporto, simile a quello di un vero registratore: una serie di tasti, di cui uno per attivare la registrazione, uno per attivare la riproduzione, uno per lo stop, e due per far scorrere il “nastro” avanti e indietro. Durante la registrazione e la riproduzione, una linea verticale in movimento mostrerà il punto in cui siamo arrivati. Naturalmente, non dobbiamo dimenticarci che si tratta solo di una metafora. In un vero registratore multitraccia, il materiale viene registrato fisicamente su un settore del nastro magnetico; dopodiché, l’unico modo di modificare la posizione relativa di due registrazioni presenti sullo stesso nastro era quello di tagliare il nastro stesso con una lametta e poi fare una giunzione col nastro adesivo. In un computer, invece, siamo molto più liberi: possiamo spostare e duplicare il materiale a volontà, e persino alterarlo e poi tornare indietro se non siamo contenti del risultato. Non c’è da meravigliarsi che il computer sia diventato indispensabile per i musicisti di oggi.

Ma cosa possono contenere le tracce?

Per spiegarlo, dobbiamo prima arrivare a una distinzione fondamentale.

Audio e MIDI

Esistono fondamentalmente due modi in cui si possono registrare suoni attraverso un computer. Il primo è una registrazione audio vera e propria. Il suono, catturato attraverso un microfono, viene poi convertito in una sequenza di cifre digitali e registrato nel computer sotto forma di file WAV. La qualità di un file WAV può cambiare a seconda della frequenza di campionamento e della risoluzione in bit utilizzati per registrarlo (concetti che approfondiremo in una prossima puntata); inoltre, poiché occupa molto spazio, a volte si preferisce rimpicciolirlo usando una qualche forma di compressione (MP3, WMA, OGG, AAC e così via). Comunque sia, il file WAV e i suoi derivati compressi rappresentano una “fotografia”, più o meno fedele, di un suono reale, e saranno perfettamente riconoscibili se spostati da un computer all’altro. Esiste però un secondo modo di registrare suoni nel computer. Immaginiamo che un pianista suoni un brano al pianoforte, e di poter registrare in modo molto preciso i movimenti dei tasti mentre lui suona. Se noi potessimo riprodurre esattamente i suoi movimenti, potremmo riascoltare il brano in qualsiasi momento; tuttavia la registrazione non conterrebbe veramente il suono dell’esecuzione.

Per riprodurla avremmo bisogno di un pianoforte; e se provassimo a riprodurla, per esempio, sulla tastiera di un organo, il suono sarebbe completamente diverso. Quello che abbiamo descritto è, in pratica, quello che accade in una registrazione MIDI. Un file MIDI, infatti, contiene la registrazione dei movimenti dei tasti di una tastiera o di un altro strumento elettronico. Se vogliamo, equivale a una partitura musicale: la descrizione di un brano, che però può essere eseguita da molti strumenti diversi. Rispetto a un file WAV o MP3, un file MIDI ha diversi vantaggi. Ha dimensioni molto più ridotte (occupa anche mille volte meno spazio di un file MP3 di pari durata!), ed è molto più facilmente modificabile in maniera anche radicale. Per esempio, accelerare il tempo di una canzone in formato MIDI, o cambiarne la tonalità, è affare semplicissimo, mentre la stessa operazione su un file WAV richiede una notevole potenza di calcolo, e riesce solo imperfettamente. Tuttavia, per riprodurre un file MIDI, occorre un generatore sonoro proprio, e le caratteristiche del suono riprodotto dipenderanno dal generatore usato.

Creare musica con il vostro computer

Il MIDI si presta quindi molto bene a certe applicazioni, e molto male a certe altre. Ora che abbiamo chiarito le differenze tra MIDI e audio, vediamo quali sono i tipi fondamentali di software audio, tenendo conto che negli ultimi tempi si è verificata una forte sovrapposizione tra i vari tipi di software, che tendono a voler “fare tutto”, assumendosi anche le funzioni degli altri e, spesso, anche capacità video. Per questo motivo, un solo software potrebbe essere tutto quello di cui mai avrete bisogno.

Lavorare con i fili MIDI