Oggigiorno, si definisce sequencer, un programma in grado di lavorare contemporaneamente su più tracce contenenti materiale audio e MIDI. Il funzionamento è essenzialmente quello che abbiamo già descritto per un qualunque programma di montaggio audio multitraccia.
Aggiungiamo che normalmente un sequencer si affida a un editor esterno per la modifica delle singole tracce audio. Nel caso del MIDI, invece, gli editor sono di solito addirittura tre, ciascuno dei quali permette di intervenire a un diverso livello. C’è un editor di partitura, che permette di visualizzare la musica sotto forma di note sul pentagramma musicale.
C’è un editor a barre, detto anche “a rotolo di pianola”, in cui le note musicali sono rappresentate sotto forma di barre colorate di lunghezza proporzionale alla durata, e la cui posizione lungo l’asse verticale rappresenta invece l’altezza del suono.
E, infine, c’è un editor puramente testuale, in cui il file MIDI viene visualizzato come semplice sequenza di dati. È evidente che ciascun editor lavora a un diverso livello: quello di partitura serve per modifiche macroscopiche della composizione, quello a barre per i dettagli, mentre l’editor testuale permette di intervenire sul singolo dato.È evidente che lo scopo principale di un sequencer è la composizione musicale ma, nulla vieta di sfruttarne le caratteristiche per altri generi di montaggio audio. La maggior parte dei sequencer include funzioni di acquisizione audio e persino di masterizzazione di CD.
Per riprodurre i suoni, la parte MIDI del sequencer può sfruttare il generatore sonoro della scheda audio, un apparecchio esterno, oppure ancora uno strumento musicale virtuale, solitamente in formato VST (vedi riquadro). Tra i sequencer di livello amatoriale, il più noto e diffuso è Cubasis VST, versione ridotta del celebre software professionale Cubase di Steinberg.
Ecco cosa bisogna fare per aggiungere ai vostri video una colonna sonora composta di brani musicali, effetti sonori e voce fuori campo!
Ora che sapete tutto quello che c’è da sapere sui vari tipi di file audio, vediamo in concreto come aggiungere il sonoro al nostro video.
Lanciamo quindi Pinnacle e ricarichiamo il nostro progetto.
Prima di tutto, esaminiamo la situazione: avevamo già montato la sequenza di scene, aggiunto le dissolvenze e i titoli. Il video è praticamente già confezionato, ma se lo rivediamo notiamo che l’audio “originale”, ovvero quello catturato dalla telecamera, lascia molto a desiderare.
A parte la qualità non eccelsa (i microfoni della telecamera fanno quello che possono; se volete catturare bene l’audio ambiente, dovete usare microfoni esterni), il problema sta nella continuità, anzi nella sua assenza: il montaggio infatti è composto di clip che sono stati girati in tempi diversi, e quindi fra una clip e l’altra ci saranno dei “salti” nel sonoro. La cosa migliore, se l’audio non è stato registrato a regola d’arte, è abbassarne di livello, e coprirlo con una colonna sonora confezionata “ad hoc”. L’audio originale potremo farlo sentire, alzandone il volume, solo nei punti in cui è importante: per esempio, se inquadrate un campanile mentre suona, l’audio originale dovrà sovrastare la colonna sonora aggiunta in seguito. Lo stesso se una persona parla rivolta verso l’obiettivo: se non fate sentire la voce, si ottiene l’effetto pesce rosso…
Una volta scelte e inserite le musiche, potrete decidere se è il caso di completare il sonoro con una voce narrante o voce fuori campo (in inglese, “voice over”). Nel caso decidiate di aggiungere quest’ultimo elemento, sappiate che dovrete fare un po’ di lavoro preparatorio: prima di tutto, dovrete scrivere il copione, insomma il testo da registrare.
Tenete conto che in un minuto si leggono circa 1.500 battute, quindi non dilungatevi troppo. Per quanto riguarda lo stile, in Italia vanno per la maggiore lo stile “Turisti per caso”, soprattutto per i video di viaggi, e “Gialappa’s” per tutti gli altri. Entrambi non sono facili da riprodurre, e richiedono un discreto impegno nella stesura del testo iniziale. Fra le alternative possibili, lo stile “Quark” (“Abbiamo seguito un esemplare di questo curioso bipede nel giorno in cui avviene la sua trasformazione da homo libero a homo maritato”).
Prima di procedere alla registrazione, fate qualche prova di lettura davanti al video per vedere se i tempi corrispondono (in gergo, “dry run”). Quando tutto è a posto, registrate. Per questa operazione sono molto comode le cuffie con microfono incorporato, ma se potete permettervi un vero microfono “vocal”, di quelli usati dai cantanti, tanto di guadagnato.
Ricordatevi che molti microfoni hanno la pessima abitudine di registrare non solo la vostra voce, ma anche eventuali suoni ambientali; scegliete quindi per registrare un ambiente silenzioso e ore notturne, altrimenti vi stupirete, riascoltando la registrazione, della quantità di rumore di fondo presente. Il fatto è che noi siamo abituati a questi rumori, e non ci facciamo più caso, ma il microfono li cattura lo stesso. Un’ultima annotazione: in queste pagine vi mostriamo come aggiungere musica e voce narrante direttamente in Pinnacle, ma se volete potete registrare il tutto con uno dei programmi che abbiamo descritto nelle pagine precedenti, applicare i vari effetti, regolare i volumi, e solo alla fine importare il file audio così ottenuto nel programma di montaggio, sincronizzandolo con il video.
Per lavorare sull’audio in Pinnacle, bisogna prima di tutto essere in modalità di editing, poi fare clic sull’icona dell’altoparlante sulla sinistra; vedrete che dall’album spariranno i clip video, e appariranno tutti i file musicali disponibili sul PC, divisi nelle varie cartelle. In qualsiasi momento, potrete aprire gli strumenti audio.