Trasformare il PC in uno studio di registrazione


 Basta aggiungere una scheda audio per trasformare il proprio PC in una sofisticata sorgente sonora e liberare la creatività.

Solo pochi anni fa, l’unico suono che il PC poteva emettere era un flebile “beep”. Da allora, di strada ne è stata fatta parecchia, e oggi il PC può essere attrezzato per diventare una fonte di suoni estremamente versatile. L’aggiunta di hardware dedicato (e costoso) consente la gestione dell’audio a livello professionale, ma basta una semplice scheda recente e di buona qualità, reperibile a un prezzo abbordabilissimo, per soddisfare le esigenze di molti appassionati. Dopo il caos dei primi anni ‘90, quando in mancanza di uno standard ufficiale si diffusero diverse architetture incompatibili tra loro e adatte ciascuna a utilizzi molto specifici (vedi AdLib), si è imposto alla fine uno standard de facto, spinto e voluto con forza da due aziende: Creative Labs, specializzata nella produzione di hardware audio, e l’onnipresente Microsoft.ù

CD Audio, masterizzare

Quest’ultima ha dato un impulso notevole alla standardizzazione dell’audio su PC grazie all’introduzione delle librerie DirectX. Infatti, mentre prima ogni programma doveva inviare i comandi per generare suoni direttamente alla scheda audio (e quindi in modo diverso per ogni tipo di scheda), ora grazie alle DirectX tutti i programmi devono semplicemente inoltrare le richieste audio al sistema tramite le librerie di comandi standard, tocca poi alle schede sonore interpretarli in base alle capacità di riproduzione. In pratica, l’arrivo delle librerie ha semplificato il lavoro dei programmatori, allargando la base di utenti potenziali e di conseguenza incoraggiandoli a sfruttare le funzioni audio,anche quelle più sofisticate.

Il fatto poi che le librerie DirectX siano estensibili ha permesso di aggiungere mano a mano ulteriori comandi e favorito lo sviluppo di nuove  funzionalità. Uno strumento,anzi due Le odierne schede audio  sono in effetti un ibrido fra uno strumento musicale, una centralina di regia e un sistema sonoro per cinematografi. Dato che lavorano prevalentemente in modalità digitale, e trattano l’audio a livello analogico solo all’ingresso e all’uscita, esse sono dotate di un certo numero di circuiti detti convertitori A/D (analogico/digitale, uno per ogni canale di ingresso) e D/A (digitale/analogico, uno per ogni canale di uscita).

Essi permettono ai suoni in arrivo da microfoni e altre sorgenti analogiche di essere inseriti nel circuito digitale, tramite un’operazione detta “campionamento”: in pratica, il suono in ingresso viene misurato migliaia di volte al secondo e il valore rilevato viene codificato come numero binario a 16 o 24 bit. La frequenza del campionamento (ovvero il numero di volte al secondo che viene eseguita la misura) e il numero di bit usati per registrare il suono vengono spesso usati per indicare la “classe di appartenenza” della scheda: 44 kHz/16 bit indica una qualità audio uguale a quella dei CD musicali; frequenze di campionamento più basse (32 o 16 kHz) e un più alto numero di bit (12 o 8) equivalgono a qualità inferiore; frequenze più alte (48, 96 o 192 kHz) e maggior numero di bit (24, 32) indicano una qualità più elevata.

Un altro parametro da considerare è il cosiddetto rapporto segnale rumore, che misura la “silenziosità” della scheda (assenza di soffi, ronzii eccetera).

Pro Tools Trasformare il PC in uno studio di registrazioneIl valore si esprime in dB (decibel), più è alto più la scheda è silenziosa. Lo “strumento musicale” incorporato nella scheda è un sintetizzatore integrato: in pratica, essa contiene tutta la circuiteria che troviamo di solito in un pianoforte elettronico o in un sintetizzatore, semplicemente manca la tastiera. Per essere precisi, la maggior parte delle schede audio incorpora due sintetizzatori (synth) , che funzionano con tecnologie differenti. Il primo, usato soprattutto per generare musiche, è di tipo FM (a modulazione di frequenza).

Il secondo sintetizzatore usa il sistema detto a “wave table”, ovvero a campioni. Il pilotaggio dei sintetizzatori interni avviene di solito partendo da sequenze di comandi MIDI.

Trasformare il proprio PC in una sofisticata sorgente sonora

AdLib: Produttore di schede audio, fu il primo a realizzare volumi di vendita significativi grazie al fatto che il suo standard era molto popolare fra i produttori di videogiochi.

 Ingressi e connessioni Oltre ai suoni generati internamente, la scheda audio gestisce anche altre fonti. Tipicamente, ogni scheda dispone almeno di un ingresso microfono e di un ingresso in linea, stereo, ausiliario. Inoltre, sulla scheda possiamo trovare ingressi in linea stereo supplementari, dedicati alle apparecchiature inserite nel PC: caso tipico è quello di un riproduttore di CD e una scheda di sintonizzazione TV.

Infine, oltre a questi ingressi analogici, molte schede dispongono anche di ingressi digitali, che non hanno bisogno di convertitore A/D. L’elevato numero di interfacce obbliga i produttori a utilizzare connettori molto compatti (in genere minijack da 3,5 mm stereo) che non sono l’ideale per la qualità del suono. Alcune schede per evitare il problema sono fornite con parte dei connettori su una seconda staffa aggiuntiva. Altre, più costose, comprendono un “breakout box”, una piccola scatola dotata di connettori di maggiore qualità. Tutti gli ingressi, una volta digitalizzati, confluiscono nel mixer della scheda, la vera e propria “sala di regia”: un circuito controllabile via software, capace di “fondere” i vari flussi di segnale, integrarli con gli effetti come riverbero, echo, chorus e ridistribuirli su un numero di canali a scelta, in base al tipo di audio utilizzato (stereo, surround e così via).

Creare CD Audio Perfetti

 

La maggior parte delle funzioni sono controllabili dall’utente via software, per mezzo di un programma che simula anche nell’aspetto un mixer da discotecao di uno studio per la registrazione.

Come al cinema A parte tutti gli utilizzi creativi descritti finora, la scheda audio può eseguire anche compiti molto più ordinari; in particolare, la riproduzione di file musicali e la decodifica del suono dei DVD. Proprio in questo settore si è avuta una rapida evoluzione. Le prime schede audio che supportavano i DVD, infatti, si limitavano a far transitare il flusso digitale della colonna sonora fino a una delle loro uscite digitali, ottica o coassiale che fosse; toccava poi all’impianto audio collegato a valle l’onere di decodificare il flusso dati, per estrarre le informazioni relative a ciascuno dei sei canali registrati (centrale, due anteriori, due posteriori, subwoofer).

Le modifiche più diffuse sono il Dolby AC3 e il Digital Theater Sound (DTS), a 5 + 1 canali. Più recenti Dolby EX e DTS ES, a 6.1 canali. Le schede più evolute, che abbiamo usato per il test, arrivano a suddividere il suono in ben 8 canali (si aggiungono ai precedenti sei due ulteriori canali laterali). Bisogna dire, però, che il decodificatore integrato nella scheda difficilmente è il massimo della qualità, e i puristi preferiranno sempre far effettuare la decodifica Dolby/DTS dal proprio amplificatore 5.1 o ad apparecchi dedicati.

Per tutti i gusti Se vi siete sempre chiesti come mai sul mercato si trovano così tanti modelli di schede audio apparentemente tutte uguali, ora sapete perché: in ognuna di esse cambia l’importanza e l’attenzione data a una delle componenti che abbiamo descritto. E ovviamente ognuno dovrà scegliere la propria scheda audio in base alle mutevoli esigenze personali.
Accorgimenti Per La Creazione Di Un CD Audio Perfetto