Scegliere lo chassis del computer


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Una volta chiarite le esigenze generali – ovvero una volta deciso se il vostro chassis ideale deve essere spazioso o compatto, ben ventilato o silenzioso, robusto o leggero e maneggevole, è il momento di andare più in dettaglio per restringere la rosa dei possibili candidati. Ecco di quali cose bisogna tenere conto.

Fattore di forma.

Vi basta un desktop, o addirittura un mini PC? Se dovete inserire un paio di masterizzatori, un paio di dischi e prevedete di dovervi espandere ancora, forse la cosa migliore è puntare su un mini tower o su un full tower, gli chassis “da pavimento” a sviluppo verticale, che sono i più adatti a garantire spazio in abbondanza. Se siete giocatori un full tower o un midi tower molto ampio sono d’obbligo.

 

Misura della scheda madre.

 
Le Schedi madre non sono tutte uguali. E ogni chassis è compatibile solo con alcuni tipi specifici di scheda. Tipicamente, se lo chassis è compatibile con un determinato standard, può alloggiare anche le schede con misure inferiori. Ecco gli standard più diffusi: E-ATX – sono le schede più grandi, perché dotate di molti slot di espansione. Arrivano a misurare fino a 30×32 cm. In genere trovano posto solo negli chassis full tower. ATX – è lo standard più comune, con schede madri che misurano circa 30×25 cm.Trovano posto di solito sia negli chassis full tower che nei minitower. Micro ATX – questo formato è molto usato per produrre piccoli sistemi da tavolo.

Le dimensioni più comuni della scheda sono poco sotto i 25×25 cm. Flex ATX – variante ancora più ridotta della Micro, con dimensioni tipiche di 22,5×19 cm, ideale per costruire macchine compatte. Le schede di questo tipo, oltre che nei case a loro dedicati, possono essere installate in tutti gli chassis compatibili con le schede più grandi. Mini-ITX – Fra le più piccole schede madri in circolazione, misurano appena 17×17 cm e sono utilizzate per creare computer estremamente compatti, di dimensioni simili a quelle del Mac mini.

Sono comunque compatibili a livello di viti con le schede Flex e quindi possono essere usate anche sui case più grandi.

 

Numero e tipo di baie.

Le baie da 5,25” sono usate quasi esclusivamente per i dischi ottici, e se vi piace lavorare con dati multimediali due masterizzatori sono quasi d’obbligo.

Ma le stesse baie possono essere usate, per esempio, per montare dischi estraibili “a cassetto”, pannelli di controllo delle ventole o, ancora, per ingressi/uscite supplementari (per esempio, un pannello I/O audio di una scheda audio professionale può occupare una baia). Insomma, se prevedete utilizzi sofisticati, è probabile che le baie da 5,25” possano rivelarsi insostituibili. Per quanto riguarda le baie da 3,5”, distinguiamo il discorso fra esterne (ovvero alle quali si può accedere dall’esterno dell PC) e interne. Le prime storicamente erano dedicate ai drive dei floppy disk, ormai obsoleti. Oggi vengono usate per installare periferiche specifiche, con un’impronta piuttosto piccola: è il caso di lettori di schede flash, o pannelli di interfaccia con porte USB, audio o Firewire. Molto più importanti le baie interne, da dedicare ai dischi fissi.

Fisicamente, le baie sono costituite da una “gabbia” metallica sagomata e predisposta ad accogliere da 2 a 6 dischi. Tuttavia, soprattutto se si usano dischi ad alta velocità, montarli uno vicino all’altro non è la soluzione ideale, in quanto il raffreddamento del disco diventa difficoltoso. Meglio quindi lasciare almeno un vano libero fra un disco e l’altro, e questo vuol dire che il numero di baie effettivamente utilizzabili sarà inferiore a quanto dichiarato nelle specifiche: 6 baie corrispondono allora a 3 dischi fissi. In alternativa, scegliete uno chassis nel quale le baie interne siano raffreddate in modo forzato da una ventola dedicata specificamente a questo compito, oppure dischi dotati di un proprio dissipatore (come l’IcePack sui quali sono montati i velocissimi Western Digital Velociraptor).

Materiale.

Uno chassis può essere costruito in acciaio, in alluminio, o in un mix di metallo e materiale plastico. Gli chassis in acciaio sono i più robusti, ma anche i più pesanti. Chi ha bisogno di un computer leggero (magari perché lo porta ai LAN party) punta di solito sugli chassis in alluminio, meno pesanti ma più costosi.

Questi ultimi, in genere, hanno anche una veste estetica più piacevole e tendono a disperdere meglio il calore accumulato all’interno. Ancora più leggeri sono gli chassis in materiale plastico, la cui resistenza agli urti e ai graffi è però molto bassa, per non parlare della capacità di dissipazione nulla. Ultimamente capita spesso di vedere chassis con telaio in alluminio e fiancate in acciaio, che godono dei vantaggi di entrambi i materiali.

 

Alimentatore.

 
Alcuni chassis vengono forniti completi di alimentatore. La capacità del modello integrato, però, è stabilita in base a quello che il produttore considera come “probabile livello di consumo” del computer che verrà montato nel case.

Purtroppo, quasi mai la stima si rivela corretta. Se un desktop “normale” può funzionare con un alimentatore da 400 o 500 W, una macchina da gioco con doppia scheda grafica e dischi a 10.000 giri (i Velociraptor di cui si diceva, per esempio) molto probabilmente avrà bisogno di 1.000 o 1.200 Watt; senza contare che le schede grafiche di ultima generazione potrebbero aver bisogno di un connettore di alimentazione dedicato (o due). Insomma, la cosa migliore, se possibile, è acquistare l’alimentatore a parte, in modo da scegliere un modello ad hoc sulla base delle proprie specifiche esigenze.

 

Rumore.

Insonorizzare  materiale fonoassorbente

Per ridurre il rumore emesso dal computer è possibile ricorrere a kit come questo, composto di pannelli fonoassorbenti, guarnizioni antivibrazioni e ventole a basso rumore

A produrre rumore in un computer sono soprattutto le ventole di raffreddamento. In particolare, le quattro principali: processore, chassis, scheda grafica e alimentatore. Se avete bisogno di un computer silenzioso, per esempio per utilizzi HTPC (Home Theater PC da salotto), dovreste acquistare uno chassis in cui la ventola principale abbia grande diametro e basso numero di giri. Lo stesso discorso deve valere per l’alimentatore (se fornito insieme al case), mentre se dovete acquistarlo a parte potete cercare un modello senza ventola, con raffreddamento a radiatore passivo, completamente silenzioso. Più difficile silenziare gli altri componenti; tuttavia, alcuni case vengono venduti con i pannelli laterali rivestiti di materiale fonoassorbente, e questo aiuta a ridurre il rumore di alcuni decibel (ma peggiora la dissipazione del calore).

 

Vibrazioni.

Strettamente collegato al discorso del rumore c’è quello delle vibrazioni: un disco ad alta velocità, per esempio, è in grado di indurre nei case “più leggeri” vibrazioni tali da creare rumore e, alla lunga, creare problemi di affidabilità al disco. Per ridurre le vibrazioni meglio scegliere case pesanti e robusti, ed eventualmente montare i dischi sulle apposite slitte elastiche antivibranti che molti produttori offrono come accessorio (ma a volte anche come componente standard) dei propri chassis.

Raffreddamento.

All’interno di un case, l’aria non rimane mai ferma. Tipicamente l’aria fredda viene aspirata da una ventola posta sul frontale della macchina, passa attraverso i dischi (raffreddandoli) e arriva nella zona della scheda madre, dove entrano in gioco anche le ventole del processore e della scheda grafica. Ormai surriscaldata, l’aria prosegue il suo viaggio finendo per essere espulsa da un’altra ventola posta sul pannello posteriore. A questo flusso principale si possono sovrapporre altri flussi (come quelli provenienti dall’alimentatore) che vengono pilotati con ulteriori ventole. È importante che questi flussi non entrino mai in contrapposizione, cosa che bloccherebbe l’aria con conseguente surriscaldamento della macchina. Quando acquistate il case, quindi, dovete avere già un’idea precisa di quali saranno i flussi da gestire, e delle ventole che dovrete installare per ottenere questo risultato (a meno che non siano già tutte installate).

 

Stile.

Nessuno di noi vuole tenersi in casa uno di quegli orribili cassoni color “topo morto” che andavano di moda fino a qualche anno fa. Oggi sono disponibili centinaia di modelli di case in colori più adatti ad ambienti domestici, come il nero e l’alluminio; inoltre, molti costruttori propongono i loro modelli in varie colorazioni e persino con favolosi “aero-graffiti”.

Chi vuole qualcosa di ancor più fantasioso potrà cercare fra le proposte di produttori specializzati nel comparto game, dove troverà chassis che ricordano nell’aspetto astronavi, strani macchinari e mostri alieni. Ma se ancora non riusciste a trovare la veste estetica che volete, allora dovete tirarvi su le maniche ed eseguire personalmente alcune…

 

Modifiche.

Del resto non sta scritto da nessuna parte che la veste estetica di uno chassis non sia modificabile. E infatti c’è tutto un popolo di hobbysti, detti “modders” (modificatori) che si divertono a personalizzare gli chassis. Si và da modifiche esteriori, come la riverniciatura ad aerografo con applicazione di disegni e decorazioni, a cose ben più sofisticate e complesse.

Per esempio l’apertura di “finestre” nei pannelli laterali per mettere in evidenza le modifiche interne.Le quali a loro volta possono consistere nell’aggiunta di luci al neon, ventole con pale illuminate da LED colorati, sistemi di raffreddamento a liquido, componenti e profili fluorescenti, e via discorrendo.

Come inserire i componenti nel case del computer

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