La configurazione di un print server condivisione server di stampa wireless


 Il vantaggio di server di stampa wireless

è che si può posizionare la stampante ovunque – in comoda posizione – senza fili. È possibile inviare i lavori di stampa da computer (sia che stai in connessione cablata o wireless) alla rete e il sistema si occuperà delle code di stampa.

PRIMA DI TUTTO LA RETE
Configurazione della rete wirelessLa configurazione di un print server inizia sempre dalla LAN. Si deve prima di tutto collegare il nuovo server alla rete aziendale tramite un cavo Ethernet che metta in contatto il computer con l’hub o lo switch. A questo punto dovrete impostare un indirizzo IP predefinito per l’accesso alla rete e la prima configurazione. Questa informazione è indicata nella documentazione fornita a corredo del dispositivo. Prima di tutto verificate che l’indirizzo di default del print server sia compatibile con lo schema degli indirizzi presenti nella rete locale in cui state lavorando.

In particolare è fondamentale che le sottoreti coincidano: se la rete interna ha uno schema del tipo 192.168.123.n e invece il print server ha l’indirizzo 192.168.1.1 non sarà possibile far comunicare il server con gli altri computer aziendali. Infatti, i primi tre gruppi di numeri devono in ogni caso coincidere, mentre il quarto gruppo di numeri deve identificare univocamente ciascuna delle macchine in rete, compreso il print server.

Se gli schemi sono differenti bisogna collegare il print server all’hub e cambiare l’indirizzo IP di uno dei computer in rete, adeguandolo allo schema di indirizzi del print server.

A questo punto si può riconfigurare il print server e assegnargli un indirizzo compatibile con lo schema della LAN in questione. Conclusa questa operazione preliminare bisogna ricordarsi di rimettere a posto l’indirizzo del computer.

In alcuni modelli questa scomoda operazione non risulta necessaria in quanto viene fornito un sistema per la prima configurazione basato non sugli indirizzi IP ma su quelli Ethernet (detti indirizzi MAC). Si tratta di uno schema di indirizzi di livello più basso che esula dallo strato del TCP/IP. Il software non fa altro che interrogare tutti i sistemi presenti fisicamente cablati sulla stessa rete Ethernet. Una volta individuata l’unità di stampa è possibile assegnare manualmente l’indirizzo IP e procedere poi con la configurazione ordinaria.

LE IMPOSTAZIONI CHIAVE
La configurazione del print server può avvenire con  un normale browser nelle unità più recenti, oppure attraverso un software di configurazione e controllo presente su un CD-ROM fornito insieme al  dispositivo. Bisogna controllare le specifiche prima di acquistare il prodotto per capire com’è gestita la  configurazione.

È certamente meglio avere un prodotto configurabile tramite un browser: in questo  modo si può gestire il print server in completa libertà anche su piattaforme non Windows. La prima fase della configurazione è sempre dedicata  alla rete. Oltre all’indirizzo IP, molti modelli  mettono a disposizione caratteristiche evolute,  come per esempio un server DHCP, ovvero un sistema per la  distribuzione automatica di indirizzi IP alle macchine interne della LAN.

È uno strumento utile, ma un print server non  è probabilmente il dispositivo più indicato per questo tipo di attività, quindi è
meglio disabilitare questa funzione, demandandola  per esempio a un server centrale.

Di  solito viene richiesto se si vuole usare un server DHCP già presente nella rete locale per assegnare  l’indirizzo IP al print server.

Per non avere problemi di accesso al pannello di configurazione in caso di problemi la cosa migliore da fare però rimane indicare a mano un indirizzo statico manuale. Infine, alcuni modelli richiedono un indirizzo per il  gateway esterno, una funzione utilizzata su alcuni prodotti per ricercare aggiornamenti software o nuovi firmware dell’unità.

APRITE LE PORTE!
Conclusa la fase di configurazione della rete si passa alla parte relativa alle porte. Ogni singola porta  può essere configurata separatamente e dispone già di un nome di default, che otete cambiare in qualsiasi momento (per esempio con P1, P2, eccetera).
Le porte saranno in seguito accessibili dalla rete tramite un nome esteso del tipo //NOME_PRINT  SERVER/nome_porta, per esempio //SERVERSTAMPA1/ P1.

Questo sarà anche il percorso da immettere  nel pannello di configurazione delle stampanti sulle macchine Windows che dovranno accedere alle stampanti di rete.  Alla porta bisogna assegnare anche un protocollo   di gestione: molte unità permettono di specificare se si preferisce usare NetBEUI, TCP/IP o  IPX/SPX. Il protocollo standard e aperto TCP/IP dovrebbe essere la scelta di riferimento. Comunque  tenete presente che alcuni modelli hanno dei limiti di progettazione e richiedono in ogni caso la presenza di NetBEUI per poter funzionare.

Su una rete piccola potrebbe essere semplice e veloce  installare il NetBEUI su tutte le macchine e l’impatto sulle prestazioni potrebbe anche essere trascurabile, ma in ambienti con decine o centinaia di macchine vi aspetterebbero parecchie ore di lavoro. C’è poi il problema del mancato supporto nativo  del NetBEUI nei sistemi Windows XP, che per fortuna non significa l’assenza del protocollo: i  relativi file sono semplicemente memorizzati nel CD-ROM di installazione di Windows.

 server di stampa

Per procedere dovete quindi inserire nel lettore il CD-ROM originale e andare nella cartella VALUEADD\MSFT\NET\-  NETBEUI. All’interno sono presenti due file: NBF.SYS deve essere copiato nella cartella C:\WINDOWS\SYSTEM32\- DRIVERS dei sistemi, mentre il  file NETNBF.INF dovrà essere copiato in  C:\WINDOWS\INF.

Quest’ultima è considerata una cartella di sistema, quindi è nascosta di default. Per renderla visibile dovete accedere alla cartella C:\WINDOWS, andare nel menu  STRUMENTI\OPZIONI CARTELLE. Dalla finestra di dialogo relativa selezionate la linguetta VISUALIZZAZIONE e spuntate VISUALIZZA CARTELLE E FILE  NASCOSTI. Una volta copiati i due file di sistema indicati aprite il PANNELLO DI CONTROLLO, selezionate l’icona di rete e fate clic su INSTALLA. Ora tra i
protocolli sarà disponibile anche il NetBEUI.

ALCUNE DIFFICOLTÀ
Il print server risolve i problemi di accesso di gruppo  a una o più stampanti ma non è una soluzione del tutto indolore. Ci sono stampanti di alcune marche che fanno affidamento al driver locale per  espletare alcune funzioni informative. Per esempio, su molte stampanti prodotte da Epson il livello di  consumo dell’inchiostro è comunicato dalla stampante direttamente al PANNELLO DI GESTIONE  SOFTWARE attraverso il cavo di collegamento parallelo o quello USB.

Collegando la stampante alla rete tramite il print server si perde questo tipo di  segnalazione e si diventa ciechi nei confronti del livello di consumo dell’inchiostro. Quando le stampe verranno ormai eseguite con un colore in meno saprete che è una cartuccia è vuota, quindi  dovrete accontentarvi di stampe imperfette finché non l’avrete sostituita, oppure dovrete premunirvi con una buona scorta di consumabili. Senza il driver locale si perde anche un certo grado  di controllo sulla coda di stampa.

Quando si stampa in locale compare sulla barra in fondo a destra un’icona della stampante; selezionandola con un doppio clic si ottiene visibilità dei processi in  coda e di quelli in elaborazione, quindi è molto semplice interrompere o mettere in pausa le attività nel caso ci siano dei problemi.

I print server hanno invece una certa quantità di memoria a bordo per la   gestione della coda di stampa, quindi molte operazioni schedulate sono memorizzate all’interno dell’unità e i computer locali perdono la visibilità dei  processi in attesa. Alcuni print server hanno un gestore della coda, altri invece ne sono del tutto privi, lasciando l’utente senza alcun controllo. I problemi originati dalla mancanza di una coda  di stampa diventano evidenti nel momento in cui  una coda si corrompe e cominciano a essere stampati decine di fogli bianchi o con simboli assolutamente  privi di senso.

La soluzione in questo caso consiste nello spegnimento e nella successiva riaccensione del print server e della stampante che ha dato problemi. Alcuni produttori di stampanti cercano di risolvere questi problemi fornendo print  server dedicati da abbinare ai propri prodotti, mentre molte soluzioni di fascia alta incorporano di default un print server. La stampante  risulta così dotata di una porta Ethernet, oltre alla parallela e alla USB. Hewlett Packard e Lexmark sono due produttori che storicamente forniscono questo  genere di soluzioni sui prodotti professionali, tipicamente con tecnologia  laser. Nelle ink-jet è molto più difficile trovare soluzioni di questo tipo, dato che nella maggior  parte dei casi sono destinate a uso personale e non aziendale.

Solo alcuni modelli di fascia alta hanno porte di rete o possono accogliere una scheda di gestione aggiuntiva. Un esempio è la stampante a  getto di inchiostro HP CP 1700. Il prodotto dispone  di un pettine per l’inserimento di una scheda Jet Direct, ovvero un print server. La situazione è  simile in  molte soluzioni laser di fascia medio-bassa, come per esempio la HP Laserjet 2100. Dentro  al vano dove sono presenti i connettori è disponibile un pettine per la scheda di gestione in rete.