Impedire la copia di CD e DVD


Fare la copia di CD di musica è illegale?

I CD protetti da dispositivi anticopia sono legalmente copiabili per uso personale?

Quali sono le sanzioni amministrative per la copia di un CD/DVD illegale?

Questi semplici domande risponderemo chiarendo determinati concetti che all’apparenza sono scontate.
Se il CD musicale o il film in DVD appena acquistato non gira sul vecchio lettore o sul computer (soprattutto se usate Linux o Mac), ormai  sapete che ciò dipende da un qualche strano meccanismo di controllo o anti copia inserito nel supporto.
Con il d.l.68/2003, in vigore dal 29 aprile 2003, questi meccanismi, già ampiamente diffusi, hanno conseguito ulteriore legittimità e tutela.

Nel recepire la famigerata direttiva europea EUCD (European Union Copyright Directive), il nostro legislatore ha infatti sancito che i titolari dei diritti d’autore possono apporre “misure tecnologiche di protezione”sulle opere in commercio, per impedire gli “atti non autorizzati” dagli stessi titolari dei diritti.

Queste misure di protezione, secondo la legge, possono consistere in un “dispositivo di accesso” o in un “procedimento di protezione, quale la cifratura,la distorsione o qualsiasi altra trasformazione dell’ opera o del materiale protetto” che controllino l’uso dell’opera, oppure in un “meccanismo di controllo”che ne impedisca la copia.

In sostanza, l’editore di un CD musicale o di un DVD video può limitare a suo piacimento, oltre che la copia, le modalità di fruizione dell’opera, e quindi oltre a quelle già note,altre limitazioni potranno essere introdotte in futuro. La violazione dei meccanismi di controllo è sanzionata penalmente. Il semplice utilizzatore abusivo va incontro a una sanzione amministrativa pecuniaria di 154 euro oltre a sanzioni accessorie.

Chi invece, a fini di lucro e per uso non personale, fabbrica o commercializza attrezzature, prodotti,componenti o servizi che abbiano la “prevalente finalità o l’uso commerciale” di eludere le misure tecnologiche, ovvero siano“principalmente progettati”, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l’ elusione delle predette misure, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una pesante multa.

Confusione di termini Tutto questo, in teoria, allo scopo di combattere la cosiddetta pirateria, cioè lo smercio di copie abusive delle opere protette dal diritto d’autore. In pratica, però, pur comprendendo le ragioni dell’industria dell’intrattenimento,è difficile non condividere l’opinione di chi vede in questa legge (anche) una via per favorire una sorta di monopoli o sui formati digitali, perché di fatto vieta ai programmatori indipendenti di sviluppare e vendere software.
Dopo il recepimento della direttiva europea che regola il diritto d’autore, l’inserimento di sistemi per impedire la copia di CD e DVD da parte dei produttori ha trovato ulteriore legittimazione. Attenti alle sanzioni o hardware che interagisca con le opere digitali in commercio o con i programmi“convenzionati” con le major.

Per altro, già esistono numerosi programmi a larga diffusione, tra i più semplici quelli che creano immagini ISO e/o dispositivi virtuali, che trai loro possibili impieghi hanno anche quello di consentire l’elusione dei meccanismi di controllo su CD musicali e DVD, e invero spesso vengono usati proprio a quello scopo, ma non è semplice stabilire se essi abbiano la“prevalente” finalità o siano stati “principalmente” progettati a quello scopo, come recita la lettera della legge.
Tutela giuridica del software
Ne conseguono difficoltà interpretative riguardo alla legittimità di questi software e quindi dell’uso che gli utenti possono farne. In generale, non si può nascondere che l’intera legge in commento è molto chiara nel sancire i diritti dei produttori, ma assai confusa riguardo ai diritti dei consumatori. Stupisce, in particolare, l’assenza di un preciso obbligo di informazione ai consumatori a carico dei produttori.

Chi acquista un CD musicale potrebbe infatti avere la legittima aspettativa di ascoltarlo ovunque e comunque. Un’eventuale limitazione all’ uso dovrebbe quindi, a nostro avviso, risultare a chiare lettere sulla confezione del CD.

Troppo spesso però l’unica “avvertenza” consiste in un minuscolo simbolo stampato sul supporto, che solo un esperto del settore saprebbe interpretare.

Nel negligente silenzio della normativa di cui si sta trattando, crediamo possa però invocarsi l’applicazione della Legge 126/91 (norme per l’informazione al consumatore), che impone, a pena di pesanti sanzioni, che tutti i prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore commercializzati sul territorio nazionale debbano riportare “in lingua italiana indicazioni chiaramente visibili e leggibili relative alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d’uso ove utili ai fini di fruizione o sicurezza del prodotto”.